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Mont Blanc du Tacul

Arnad

10-11

Ott

Val di Mello

Non ci posso credere, troppo bello: per una volta riusciamo a rispettare i piani di inizio settimana, nonostante, come sempre, sembrassero troppo ambiziosi… Ma andiamo con ordine.

L’alternanza fra caldo e freddo di quest'ultimo periodo mi aveva fatto pensare che in alta montagna potesse essersi formato del ghiaccio: è necessario solo qualche giorno di tempo stabile. Lancio quindi l’idea a Fede che accetta subito con entusiasmo, mentre Cesco, strano ma vero, deve lavorare e a malincuore non può essere dei nostri. Partenza giovedì sera in direzione Chamonix. Strada facendo, siamo assaliti da mille dubbi riguardo la fattibilità della nostra idea, ma comunque proseguiamo verso la nostra meta… Così, verso mezzanotte siamo al traforo del Monte Bianco, che è chiuso una mezzoretta per lavori, noi quindi ottimizziamo i tempi preparando gli zaini e, insieme all’attrezzatura da ghiaccio, infiliamo anche le scarpette: si sa mai cosa troveremo! L’indomani inizia subito con il salasso della funivia, ben 57 euro per andata e ritorno, ma ne vale la pena, in breve tempo e senza fatica ci troviamo in uno dei luoghi più belli che conosca… Ci incamminiamo con calma verso la nostra meta e subito notiamo che non ci sono tracce nella neve, cosa piuttosto insolita per questa zona che solitamente è molto frequentata. Comunque, in un'ora abbondante siamo alla base della via, molto accaldati: le temperature e la qualità della neve non ci suggeriscono sensazioni troppo positive. Ma ecco che, non appena giriamo l’angolo e entriamo nell’ombra, la situazione cambia: freddo, freddo fes, e si vede anche del ghiaccio! Non c’è comunque ghiaccio a sufficienza per permettere un’adeguata protezione, così risolviamo il tutto cercando la roccia. Piano piano saliamo, a Fede tocca il tiro più ingaggioso della salita e, mentre lui scala, io mi congelo in sosta; poi parto anch’io e mi becco una bollita alle mani come non ne prendevo da un pezzo! Terminata la via sono incredulo: abbiamo ripetuto una bella salita, impegnativa, nessuno ci aveva dato delle dritte sulle condizioni, non c’era alcuna traccia… Eravamo i soli su tutta la parete e quindi ci siamo dovuti arrangiare in tutto e per tutto! Con qualche doppia ritorniamo alla base, breve spuntino e, con le ultime luci, ci incamminiamo verso la funivia. Nel giro di poco è buio pesto e accendiamo le frontali, ci imponiamo un passo molto lento ma costane e, soprattutto nell’ultimo tratto, ripido ed esposto, la stanchezza si fa sentire; in un paio d’ore raggiungiamo comunque i famosi bagni della funivia. Pensare di dormire nei bagni non sarà forse il massimo ma sono puliti, riscaldati e forniti di acqua, tutto ciò che a noi serve in questo momento! La cena è a base di buste liofilizzate, non un granché ma è ciò che passa il convento; mangiamo e beviamo in abbondanza visto che in tutto il giorno non ci siamo idratati a dovere e poi via, nel sacco a pelo.

Al mattino veniamo svegliati da una ragazza, ma non è un risveglio dolce: tra un’ora dovete smammare, dice, prima però vi lascio scopa e paletta per pulire! Va beh, è il minimo dai… Terminato il nostro dovere, ritorniamo in paese e ragioniamo su cosa fare nel restante pomeriggio. Si decide per una sfalesiata abbastanza tranquilla, visto che comunque siamo stanchi. Purtroppo non va come crediamo: le difficoltà che solitamente affrontiamo senza problemi stavolta ci fan tribolare e, per di più, fa anche freddo! In breve giriamo i tacchi e torniamo al furgone, siamo mooolto più stanchi del previsto! L’unica soluzione è andare a dormire, così alle 21.30 siamo già sotto il piumone pensando a molti nostri coetanei che, a quest’ora, stanno per iniziare la serata! Ci rimane ancora tutta la domenica per scalare: ci avviciniamo a casa e facciamo tappa a una bella paretina vicino ad Aosta, chiodatura ravvicinata e sicura con sole caldo, perfetto!! In breve ripetiamo una bella via sportiva dove non ci facciamo mancare qualche ragliata, anche se poche rispetto al solito!

Orami il weekend lungo volge al termine e non ci resta che fantasticare, come al solito, di future scalate durante il rientro…

Note tecniche
Mont Blanc du Tacul, Pinocchio 450 mt IV 6 M6

Pilastro Lomasti, Sylvie 180 mt 6c+ 6b obb. S1

 

Riferimenti bibliografici

Snow, Ice and Mixed vol.2 F. Damilano

Mani Nude 2, M. Bal e P. Raspo

La frenetica corsa verso nuovi orizzonti verticali porta me e il mio amico Piero in Val di Mello, fantastica valle perpendicolare alla più nota Val Masino. Era ormai da tempo che le mie scarpette non toccavano il granito mellico, così, colto da un'irrefrenabile fame verticale, non vedo l'ora di partire. La sveglia, sabato mattina, suona abbastanza presto per permetterci di sfruttare al meglio le ore di luce; infatti, ci dirigiamo, carichi come due molle, alla base della Dimora degli dei, per attaccare la via In obliquo a destra. Sinceramente, mi aspettavo qualcosa di meglio da questa via che, oltre a non avermi entusiasmato più di tanto, presentava diversi tratti bagnati. Ma la giornata non è ancora finita. Andiamo quindi in direzione dello Scoglio della Metamorfosi (che nomi che danno, questi climber..!), la struttura che sovrasta quella su cui abbiamo appena scalato; è qui che corrono linee che sono diventate ormai delle leggende, fra cui Luna nascente e Polimagò. Il nostro obiettivo, però, è la via Oracoli di Ulisse: una bella linea che presenta anche alcuni tratti di artificiale; caratteristico è il traverso sotto il tetto con chiodi non proprio rassicuranti, uno mi è anche rimasto in mano...

Arriviamo in cima al bosco sospeso da dove reperiamo una linea di calate che in breve ci riporta alla base. Mentre ci caliamo con gli ultimi raggi di sole, dall'alto si possono ammirare le diverse tonalità di colore che i faggi e le betulle regalano in questo periodo… È un vero spettacolo.

Il giorno seguente decidiamo che non siamo ancora sazi: perché non andare allora a spalmarci su una via di placca? Il mio amico Piero mi confida che non ha mai scalato in placca, io, da parte mia, gli confido che le placche non sono il mio forte... beh, direi che i presupposti per un'avventura ci sono tutti. Andiamo così all'attacco di Piedi di piombo, non senza qualche incertezza su ciò che ci attenderà...

All'attacco della via incontriamo anche un'altra cordata di Brescia con la quale condivideremo emozioni e bastonate. I tiri si susseguono uno dopo l'altro e Piero mi recupera sull'ultimo che sono quasi le 5.

Che dire, anche questo weekend arrampicatorio è volato e ora non ci resta che attendere il prossimo... Ma aspetta un attimo! Che tempo c'è mercoledì...?

 

Note tecniche

In obliquo a destra 200m 6c (6a obb)

Gli oracoli di Ulisse  300m VII+ (VI+ e A2)

Piedi di piombo 210 m 6c (6b obb)

 

Riferimenti bibliografici
Val di Mello ED. Versante Sud

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